La visita in Guinea Bissau di don Franco
SETTEMBRE 2007
Dopo 2 anni sono tornato a Bissau. Ho inaugurato la stagione della pioggia, che era in ritardo di due mesi e stava causando gravi disagi alla popolazione. Alla sera è scoppiato il primo grande temporale, che è durato ininterrottamente, con la stessa intensità di caduta d´acqua, fino alle 5 del giorno seguente. La gente, in segno di gioia, danzava e correva al buio per le strade, sotto lo scroscio dell´acqua..
Il primo giorno, sabato 21 luglio, l´ho riservato tutto per raggiungere le abitazioni degli adottati; ci sono stati momenti di pioggia, che hanno reso i viottoli tra le case, veri e propri torrentelli. Ad ogni sosta, davanti alla casa di un adottato, veniva rinnovata la stessa procedura: il saluto ai presenti, la richiesta della foto scattata due anni prima, conservata con molta cura dai parenti, poi il contatto fisico con l´adottato, al quale, con particolare affetto e affabilità, comunicavo l´imminente scatto della fotografia, l´invito a sorridere e a guardare l´obiettivo e infine gli rubavo quell´istantanea che avrebbe poi raggiunto voi, suoi preziosi parenti di adozione.
Quanti altri bambini mi venivano incontro, mentre camminavo nel quartiere più densamente popolato di Bissau! Purtroppo è rimasta ancora una zona più degradata, dove le abitazioni sono dei veri e propri tuguri, e dove ci sono mucchi di immondizia sparsi qua e là.
Il primo giorno è stato pieno di emozioni: ho rivisto Carlitos e le sue due sorelline Carla e Jasira. Domenica 22 luglio ho partecipato a due sante messe: la prima alle 8 al Centro San Josè; la seconda, alle 9,30, alla parrocchia di S. Antonio, al centro di Bissau. Quanti giovani dentro e fuori, ai lati della Chiesa, perché l´interno era già pieno! Quante comunioni…! Tanti canti meravigliosi, molto ritmati hanno rallegrato il rito dell´Eucarestia. La sorpresa più gradita è stato l´incontro con Irmilcy, all´uscita dalla Chiesa. Dopo quasi due anni, mi ha subito riconosciuto e ha voluto stare a lungo tra le mie braccia.
Ora devo procedere raccontando solo qualche fatto particolarmente toccante, anche se ogni incontro per me è stato toccante.
Il primo fatto è capitato lunedì 23 luglio. Avevo appena terminato di pranzare nella missione di Bissau, quando è giunta la notizia della morte di una bambina di 6 mesi, che avrei dovuto fotografare proprio in quei giorni; era la figlia di Elvira. Nessuno sapeva la causa della morte di questa bambina. La mamma l´aveva ricoverata nell´ospedale di Bissau a metà luglio e aveva comprato, con grandi sacrifici e aiutata dai missionari, tutte le medicine che il medico aveva prescritto. La bambina morta è stata portata a casa e stesa nuda su un piano rialzato, mentre molta gente accorsa si sfogava con pianti, quasi corali. Il giorno dopo, alle 5 del mattino, mentre era ancora buio, il corpicino della bimba morta è stato calato in una buca, scavata nel terreno, dietro la casa… Certamente un angioletto in più in Paradiso!
Anche il ritorno nella “tabanca” dei Dingall è stato un momento molto intenso. I Dingall abitano un gruppo di capanne che confina con il terreno della missione di Bula. Mi conoscono ormai da tanto tempo e mi circondano sempre di attenzioni. Mi mostrarono le novità del loro piccolo villaggio, diviso in due da una nuova strada.
Qui avvenne il secondo fatto. Incontrai una bambina, Jessica, che si reggeva in piedi con un lungo bastone e non poteva poggiare la gamba sinistra per terra. Mi raccontarono che era caduta da una pianta di mango e da tre mesi era immobilizzata. Non era stata portata a Bissau per una radiografia; è stata affidata al D´janbacos, che, secondo le loro credenze, è un guaritore. Di fatto questo personaggio non ha risolto nulla. Jessica rimarrà inabile per tutta la vita. Ho incaricato Padre Paulo di portarla a Bissau, dove all´ospedale di Sant´Egidio, le è stata fatta una radiografia, che ha mostrato con evidenza la frattura della testa del femore. Ho già avviato le stesse procedure, fatte in passato per Irmilcy e Carlitos, e spero di portare in autunno Jessica in Italia, per un intervento chirurgico risolutivo.
Altro evento caratteristico è stata la pioggia. Per tutto il periodo della mia permanenza in Guinea Bissau è piovuto quotidianamente e talvolta anche di notte; era impressionante l´abbondanza di acqua che cadeva durante i temporali. In giugno e fino a oltre metà luglio, il clima è rimasto secco. Molti hanno mandato i loro bambini dai parenti, nei villaggi, togliendoli dalla capitale Bissau, dove l´acqua mancava. Per questo motivo non ho trovato tutti i bambini di Bissau. Ho faticato molto anche a Bula a rintracciare i bambini, perché nel periodo delle piogge la terra va subito lavorata e tutti, anche i bambini, si rendono utili nel “mato”, cioè nelle zone con terra coltivata e boscaglia, lontane dalla loro capanna. Ho trovato bambini di pochi mesi, in braccio alle mamme, pieni di febbre e molto scoperti. Raccomandavo loro di coprirli e di curarli con le medicine adatte al caso. Purtroppo esse non avevano i soldi per andare nella farmacia ad acquistare l´occorrente.
Nei centri missionari giuseppini: Bissau (parrocchia), Bissau (San Josè), Bula e Bambadinca, a fine luglio hanno avuto inizio le attività estive, con nomi differenti: Jumbaidin, Junbaijè, Bambajù, Banciò Anhoà…..In ogni centro, centinaia di bambini con magliette e cappellini, variamente colorati, per distinguere le varie squadre, hanno dato vita a tante attività: danze, canti, laboratori, giochi, momenti di recitazione…. Per dare un supporto agli animatori locali, il 26 luglio sono giunti dall´Italia una dozzina di giovani volontari, che hanno vissuto un mese di intensa esperienza africana, densa di contatti e di sforzi per capire qualche aspetto di vita della popolazione della Guinea Bissau.
Ho avuto modo di conversare a lungo con i missionari e di individuare le realizzazioni più urgenti a beneficio della gente, e soprattutto dei bambini. C´è il centro San Josè: una nuova realtà che ha bisogno di aule e di acqua. Ci sono i corsi di recupero scolastico per bambini e adulti, presso la Parrocchia di Sant´Antonio di Bandim, che suppliscono alle gravi carenze della scuola statale. C´è l´ambulatorio parrocchiale che quotidianamente è aperto per chi ha bisogno di medicazioni e visite. Ci sono tante adozioni da sostenere a beneficio di bambini poco fortunati e in continua lotta con fame e malattie. Ci sono i gemelli di Suor Ada, da aiutare per i primi due anni di vita. C´è il giardino infantile di Suor Riccardina, che da settembre avrà una sede nuova, con almeno il 50% di bambini provenienti da famiglie poverissime e non in grado di pagare una pur minima retta.
Il nuovo Parroco di Bissau mi ha confidato che ritiene necessario svolgere una intensa attività formativa a tutti i livelli, soprattutto con i giovani, e che occorrerebbe un fondo anche per questa finalità importante.
Come ogni anno, con l´invio del calendario o degli auguri natalizi, darò modo a ciascuno di voi di sostenere, in base alle vostre possibilità, queste varie iniziative, tutte importanti. Anche per questo motivo, la quota dell´adozione a distanza resta sempre uguale, cioè 155,00€. Ho notato che molti di voi danno di più, sapendo che ci sono altre urgenze, a favore di tantissimi bambini non adottati.
Con questa circolare vi invio la spiegazione riguardante l´Engim ONG. Conservate questo testo per il momento della dichiarazione dei redditi; può essere di aiuto per i commercialisti e per tutti coloro che si occupano dei vostri rapporti con il fisco.
Mi piace descrivervi le realizzazioni portate a termine nel corso del 2007:
– L´ambulatorio parrocchiale ha funzionato regolarmente tutti i giorni e ho visto di persona tanta gente, in attesa di essere visitata dalla dottoressa di turno.
– L´ospedale sant´Egidio, con il reparto pediatrico Paolo Novero, ha svolto una intensa e provvidenziale attività per curare tanti bambini gravemente malati.
– Il salone parrocchiale, iniziato in autunno 2006 presso la chiesa di Sant´Antonio di Bandim, è quasi finito. E´ stato provvidenziale per riparare spesso dalla pioggia i 600 bambini, durante il mese di attività estiva, chiamata Jumbaidim.
– La “baracca”, che funziona da Chiesa domenicale e da salone polivalente lungo la settimana, è la prima realizzazione nel centro San Josè, a Bissau. Entro il 2007 sarebbe bellissimo inaugurare almeno sei nuove aule per tanti bambini che non frequentano la scuola.
– L´impianto fotovoltaico, per il miglior funzionamento della fonte a fianco della Chiesa di Sant´Antonio, è risultata una soluzione ideale per dare tanta acqua e per tante ore al giorno.
– Lo stesso impianto, realizzato presso il centro professionale di Bissau, sta soddisfacendo le aspettative di tutti.
– La Caritas di Bissau e di Bula ha regolarmente assistito centinaia di famiglie di bambini adottati, grazie alla vostra fedele solidarietà.
– Suor Ada e Suor Riccardina hanno potuto dare aiuti ai gemelli e ai casi più poveri dei bambini iscritti al giardino infantile.
– L´ultima realizzazione, di cui sono stato testimone nella prima settimana di agosto, è il lavoro per offrire altri due punti di rifornimento d´acqua, per alleggerire le code che si formano in certe ore del giorno, presso la fonte nella via più frequentata di Bissau.
Ringraziamo i nostri missionari, generosi, disponibili, vicini alla gente povera e talvolta impotenti di fronte alle malattie e alle disgrazie, che colpiscono persone di tutte le età. Ricordiamoli spesso nelle nostre preghiere.
Ringrazio tutti voi, che avete a cuore la salute, l´istruzione e la formazione completa della personalità dei bambini da voi adottati. Molti hanno contribuito a far crescere bene più di una generazione di bambini.
Siamo fiduciosi. Ciò che stiamo portando avanti, con sacrifici e con tanta speranza, è un gran progetto di promozione umanitaria.
Vi saluto con affetto, in attesa di inviarvi fra qualche settimana il calendario 2008. Vi porto i saluti di tutti quelli che ho incontrato. Vi trasmetto gli impagabili e bellissimi sorrisi dei bambini: è il loro modo spontaneo e sincero di esprimere riconoscenza e affetto.
Don Franco
Dopo 2 anni sono tornato a Bissau. Ho inaugurato la stagione della pioggia, che era in ritardo di due mesi e stava causando gravi disagi alla popolazione. Alla sera è scoppiato il primo grande temporale, che è durato ininterrottamente, con la stessa intensità di caduta d´acqua, fino alle 5 del giorno seguente. La gente, in segno di gioia, danzava e correva al buio per le strade, sotto lo scroscio dell´acqua..
Il primo giorno, sabato 21 luglio, l´ho riservato tutto per raggiungere le abitazioni degli adottati; ci sono stati momenti di pioggia, che hanno reso i viottoli tra le case, veri e propri torrentelli. Ad ogni sosta, davanti alla casa di un adottato, veniva rinnovata la stessa procedura: il saluto ai presenti, la richiesta della foto scattata due anni prima, conservata con molta cura dai parenti, poi il contatto fisico con l´adottato, al quale, con particolare affetto e affabilità, comunicavo l´imminente scatto della fotografia, l´invito a sorridere e a guardare l´obiettivo e infine gli rubavo quell´istantanea che avrebbe poi raggiunto voi, suoi preziosi parenti di adozione.
Quanti altri bambini mi venivano incontro, mentre camminavo nel quartiere più densamente popolato di Bissau! Purtroppo è rimasta ancora una zona più degradata, dove le abitazioni sono dei veri e propri tuguri, e dove ci sono mucchi di immondizia sparsi qua e là.
Il primo giorno è stato pieno di emozioni: ho rivisto Carlitos e le sue due sorelline Carla e Jasira. Domenica 22 luglio ho partecipato a due sante messe: la prima alle 8 al Centro San Josè; la seconda, alle 9,30, alla parrocchia di S. Antonio, al centro di Bissau. Quanti giovani dentro e fuori, ai lati della Chiesa, perché l´interno era già pieno! Quante comunioni…! Tanti canti meravigliosi, molto ritmati hanno rallegrato il rito dell´Eucarestia. La sorpresa più gradita è stato l´incontro con Irmilcy, all´uscita dalla Chiesa. Dopo quasi due anni, mi ha subito riconosciuto e ha voluto stare a lungo tra le mie braccia.
Ora devo procedere raccontando solo qualche fatto particolarmente toccante, anche se ogni incontro per me è stato toccante.
Il primo fatto è capitato lunedì 23 luglio. Avevo appena terminato di pranzare nella missione di Bissau, quando è giunta la notizia della morte di una bambina di 6 mesi, che avrei dovuto fotografare proprio in quei giorni; era la figlia di Elvira. Nessuno sapeva la causa della morte di questa bambina. La mamma l´aveva ricoverata nell´ospedale di Bissau a metà luglio e aveva comprato, con grandi sacrifici e aiutata dai missionari, tutte le medicine che il medico aveva prescritto. La bambina morta è stata portata a casa e stesa nuda su un piano rialzato, mentre molta gente accorsa si sfogava con pianti, quasi corali. Il giorno dopo, alle 5 del mattino, mentre era ancora buio, il corpicino della bimba morta è stato calato in una buca, scavata nel terreno, dietro la casa… Certamente un angioletto in più in Paradiso!
Anche il ritorno nella “tabanca” dei Dingall è stato un momento molto intenso. I Dingall abitano un gruppo di capanne che confina con il terreno della missione di Bula. Mi conoscono ormai da tanto tempo e mi circondano sempre di attenzioni. Mi mostrarono le novità del loro piccolo villaggio, diviso in due da una nuova strada.
Qui avvenne il secondo fatto. Incontrai una bambina, Jessica, che si reggeva in piedi con un lungo bastone e non poteva poggiare la gamba sinistra per terra. Mi raccontarono che era caduta da una pianta di mango e da tre mesi era immobilizzata. Non era stata portata a Bissau per una radiografia; è stata affidata al D´janbacos, che, secondo le loro credenze, è un guaritore. Di fatto questo personaggio non ha risolto nulla. Jessica rimarrà inabile per tutta la vita. Ho incaricato Padre Paulo di portarla a Bissau, dove all´ospedale di Sant´Egidio, le è stata fatta una radiografia, che ha mostrato con evidenza la frattura della testa del femore. Ho già avviato le stesse procedure, fatte in passato per Irmilcy e Carlitos, e spero di portare in autunno Jessica in Italia, per un intervento chirurgico risolutivo.
Altro evento caratteristico è stata la pioggia. Per tutto il periodo della mia permanenza in Guinea Bissau è piovuto quotidianamente e talvolta anche di notte; era impressionante l´abbondanza di acqua che cadeva durante i temporali. In giugno e fino a oltre metà luglio, il clima è rimasto secco. Molti hanno mandato i loro bambini dai parenti, nei villaggi, togliendoli dalla capitale Bissau, dove l´acqua mancava. Per questo motivo non ho trovato tutti i bambini di Bissau. Ho faticato molto anche a Bula a rintracciare i bambini, perché nel periodo delle piogge la terra va subito lavorata e tutti, anche i bambini, si rendono utili nel “mato”, cioè nelle zone con terra coltivata e boscaglia, lontane dalla loro capanna. Ho trovato bambini di pochi mesi, in braccio alle mamme, pieni di febbre e molto scoperti. Raccomandavo loro di coprirli e di curarli con le medicine adatte al caso. Purtroppo esse non avevano i soldi per andare nella farmacia ad acquistare l´occorrente.
Nei centri missionari giuseppini: Bissau (parrocchia), Bissau (San Josè), Bula e Bambadinca, a fine luglio hanno avuto inizio le attività estive, con nomi differenti: Jumbaidin, Junbaijè, Bambajù, Banciò Anhoà…..In ogni centro, centinaia di bambini con magliette e cappellini, variamente colorati, per distinguere le varie squadre, hanno dato vita a tante attività: danze, canti, laboratori, giochi, momenti di recitazione…. Per dare un supporto agli animatori locali, il 26 luglio sono giunti dall´Italia una dozzina di giovani volontari, che hanno vissuto un mese di intensa esperienza africana, densa di contatti e di sforzi per capire qualche aspetto di vita della popolazione della Guinea Bissau.
Ho avuto modo di conversare a lungo con i missionari e di individuare le realizzazioni più urgenti a beneficio della gente, e soprattutto dei bambini. C´è il centro San Josè: una nuova realtà che ha bisogno di aule e di acqua. Ci sono i corsi di recupero scolastico per bambini e adulti, presso la Parrocchia di Sant´Antonio di Bandim, che suppliscono alle gravi carenze della scuola statale. C´è l´ambulatorio parrocchiale che quotidianamente è aperto per chi ha bisogno di medicazioni e visite. Ci sono tante adozioni da sostenere a beneficio di bambini poco fortunati e in continua lotta con fame e malattie. Ci sono i gemelli di Suor Ada, da aiutare per i primi due anni di vita. C´è il giardino infantile di Suor Riccardina, che da settembre avrà una sede nuova, con almeno il 50% di bambini provenienti da famiglie poverissime e non in grado di pagare una pur minima retta.
Il nuovo Parroco di Bissau mi ha confidato che ritiene necessario svolgere una intensa attività formativa a tutti i livelli, soprattutto con i giovani, e che occorrerebbe un fondo anche per questa finalità importante.
Come ogni anno, con l´invio del calendario o degli auguri natalizi, darò modo a ciascuno di voi di sostenere, in base alle vostre possibilità, queste varie iniziative, tutte importanti. Anche per questo motivo, la quota dell´adozione a distanza resta sempre uguale, cioè 155,00€. Ho notato che molti di voi danno di più, sapendo che ci sono altre urgenze, a favore di tantissimi bambini non adottati.
Con questa circolare vi invio la spiegazione riguardante l´Engim ONG. Conservate questo testo per il momento della dichiarazione dei redditi; può essere di aiuto per i commercialisti e per tutti coloro che si occupano dei vostri rapporti con il fisco.
Mi piace descrivervi le realizzazioni portate a termine nel corso del 2007:
– L´ambulatorio parrocchiale ha funzionato regolarmente tutti i giorni e ho visto di persona tanta gente, in attesa di essere visitata dalla dottoressa di turno.
– L´ospedale sant´Egidio, con il reparto pediatrico Paolo Novero, ha svolto una intensa e provvidenziale attività per curare tanti bambini gravemente malati.
– Il salone parrocchiale, iniziato in autunno 2006 presso la chiesa di Sant´Antonio di Bandim, è quasi finito. E´ stato provvidenziale per riparare spesso dalla pioggia i 600 bambini, durante il mese di attività estiva, chiamata Jumbaidim.
– La “baracca”, che funziona da Chiesa domenicale e da salone polivalente lungo la settimana, è la prima realizzazione nel centro San Josè, a Bissau. Entro il 2007 sarebbe bellissimo inaugurare almeno sei nuove aule per tanti bambini che non frequentano la scuola.
– L´impianto fotovoltaico, per il miglior funzionamento della fonte a fianco della Chiesa di Sant´Antonio, è risultata una soluzione ideale per dare tanta acqua e per tante ore al giorno.
– Lo stesso impianto, realizzato presso il centro professionale di Bissau, sta soddisfacendo le aspettative di tutti.
– La Caritas di Bissau e di Bula ha regolarmente assistito centinaia di famiglie di bambini adottati, grazie alla vostra fedele solidarietà.
– Suor Ada e Suor Riccardina hanno potuto dare aiuti ai gemelli e ai casi più poveri dei bambini iscritti al giardino infantile.
– L´ultima realizzazione, di cui sono stato testimone nella prima settimana di agosto, è il lavoro per offrire altri due punti di rifornimento d´acqua, per alleggerire le code che si formano in certe ore del giorno, presso la fonte nella via più frequentata di Bissau.
Ringraziamo i nostri missionari, generosi, disponibili, vicini alla gente povera e talvolta impotenti di fronte alle malattie e alle disgrazie, che colpiscono persone di tutte le età. Ricordiamoli spesso nelle nostre preghiere.
Ringrazio tutti voi, che avete a cuore la salute, l´istruzione e la formazione completa della personalità dei bambini da voi adottati. Molti hanno contribuito a far crescere bene più di una generazione di bambini.
Siamo fiduciosi. Ciò che stiamo portando avanti, con sacrifici e con tanta speranza, è un gran progetto di promozione umanitaria.
Vi saluto con affetto, in attesa di inviarvi fra qualche settimana il calendario 2008. Vi porto i saluti di tutti quelli che ho incontrato. Vi trasmetto gli impagabili e bellissimi sorrisi dei bambini: è il loro modo spontaneo e sincero di esprimere riconoscenza e affetto.
Don Franco