In Guinea Bissau, la religione Tradizionale africana, l´Islamismo e il Cristianesimo coesistono pacificamente da molto tempo.
La popolazione che segue le varie forme di religione Tradizionale ammonta a circa il 50%, i seguaci dell´Islam vengono stimati attorno al 35%,
l´altro 15% è spartito tra i Cristiani e i Cattolici.
Chi segue la religione Tradizionale africana crede in un Essere Supremo, un Dio superiore a tutti gli altri esseri, creatore del cosmo, dell´uomo
e di ogni vivente. È provvidente, padrone della vita e della morte.
La vita ha molti misteri. Per questo
l´africano è pieno di paure
, di interpretazioni delle leggi della natura che a noi sembrano strane o
superstiziose, ma che in realtà sono letture della vita alla luce della loro fede nel mistero di Dio.
La religione Tradizionale ha una grande influenza sulla vita religiosa del popolo; è ricca di cerimonie lunghe, dettagliate e partecipate,
che accompagnano le persone nelle tappe più importanti della vita: la nascita, il passaggio dalla giovinezza
alla vita adulta, il fidanzamento, il matrimonio, la morte.
Altri momenti in cui la religione Tradizionale ha una funzione importante sono: la fondazione di un villaggio, l´elezione di un capo e
e calamità naturali.
Anche l´Islamismo, come in tutte le altre nazioni dell´Africa occidentale, è presente in Guinea Bissau da vecchia
data ed è in continua espansione.
L´Islam approdò in Africa Occidentale nell´undicesimo secolo
,
portato dai
guerriglieri-asceti Almoravidi, che, partiti da un´isola
del fiume Senegal, islamizzarono la classe dirigente dell´Impero Mali, del quale faceva parte anche la Guinea Bissau.
Qui, l´Islam si radicò, in particolare tra le etnie Balantas, Manès, Beafadas, Fulas, Mandingas.
L´arrivo dei Portoghesi, oltre 500 anni fa, segnò il primo contatto dei Guineani con il Cristianesimo. Secondo gli storici, si può parlare
di vera evangelizzazione della Guinea Bissau solo a partire dal 1533, quando fu fondata la diocesi di Capo Verde e Bissau, diocesi unica, per i due Paesi africani.
Per secoli l´evangelizzazione ebbe un carattere itinerante e si limitò a raggiungere le zone del litorale, con un numero di missionari molto ridotto.
Nel 1955 venne aperta la Prefettura Apostolica della Guinea Bissau e, in seguito, le diocesi di Bissau e Bafatà.
Il primo Vescovo che resse la diocesi di Bissau fu Mons. Settimio Arturo Ferrazzetta, francescano italiano. Padre Settimio arrivò in Guinea Bissau nel 1955
con il primo gruppo di frati francescani; lavorò nel lebbrosario di Cumura per 18 anni e, nel marzo del 1977, Paolo VI gli affidò la diocesi di Bissau,
appena costituita. Mons. Ferrazzetta morì improvvisamente il 27 gennaio 1999 a Bissau. Gli successe Mons. Josè Cammate Na Bissign, primo vescovo guineano.
Nel 2001, fu eretta la seconda diocesi della Guinea Bissau, Bafatà, che fu affidata alla guida di padre Pedro Carlos Zilli, missionario brasiliano,
appartenente all´Istituto del Pime, che era stato in Guinea Bissau dal 1985 al 1998.
Per le etnie presenti in Guinea Bissau il fatto religioso- sociale è strettamente connesso. Ogni evento della vita è
sotto la protezione di uno spirito particolare.
Questa religiosità è definita, con eccessiva semplificazione, “animista”: in verità è
presente una gran complessità di riti e cerimonie.
È importante sapere che essi credono in uno “spirito assoluto”, quello della pioggia, poiché da lui dipende la
fecondità della terra, l´abbondanza e la carestia. A questo spirito superiore vanno i sacrifici durante la semina,
i riti per invocare la benefica pioggia.
Vi sono poi gli spiriti inferiori, preposti a vigilare ognuno su di un aspetto della vita: nascita, malattia, matrimonio, vento, mare…
Gli spiriti non possono essere contattati direttamente; essi hanno in ogni tribù, in ogni villaggio, delle persone che agiscono da mediatori.
Costoro, interpellati dagli interessati mediante una cerimonia particolare, individuano la via di accesso allo spirito, nonché
il sacrificio che sarà a lui gradito.
Cosicché, quando un bambino si ammala, in preda ad uno spirito cattivo che si è impossessato di lui, la madre, tramite
il giusto intermediario, sa quale sacrificio deve fare per riconquistare il favore dello spirito e la guarigione.
Se il bimbo migliora è segno del buon gradimento del sacrificio. In questo modo sono regolati tutti gli altri aspetti della vita.
Sempre nel senso religioso-sociale, l´avvenimento più importante nella vita di un individuo è
l´iniziazione:
il passaggio dall´adolescenza alla maturità
, attraverso una conoscenza graduale delle “cose della vita”,
per concludersi con la circoncisione, cerimonia basilare e definitiva.
La persona circoncisa sarà segregata per due mesi; lì verrà a conoscenza di ogni particolare della cultura
della sua tribù. Al termine di questo tempo verrà ammessa con tutti i diritti al mondo degli adulti.
Solo due tribù escono da questo schema: i Fulas e i Mandingas che osservano strettamente i precetti della religione musulmana.