In un Paese con poco più di un milione di abitanti, vivono almeno trenta gruppi etnici diversi,
ognuno con una forte identità, lingua e tradizioni proprie.
Per fare l´esperienza di questo intreccio di etnie basta dirigersi dalla capitale Bissau, verso il sud. Usciti dalla capitale, la strada è fiancheggiata,
per chilometri e chilometri, da piantagioni di cajù. Poi c´è un improvviso cambiamento di panorama e di attività; si vedono mandrie di bovini
che pascolano in mezzo alle pianure. Le pianure che si estendono ai lati della strada in realtà sono risaie appartenenti ai Balantas, etnia di risicoltori, mentre il bestiame
che tranquillamente vi pascola appartiene ai Lulas, etnia di allevatori seminomadi.
Durante il periodo che va da dopo il raccolto, alla nuova semina, i Balantas cedono le loro risaie ai Fulas ed alle loro mandrie.
Anche i Balantas allevano bestiame, ma solo per i “Choro”, ossia per il banchetto sacrificale indetto per la
morte dell´allevatore o per commemorare gli antenati.
A cinque ore da Bissau, nella zona di Empada, ci sono i Beafadas che convivono pacificamente nello stesso territorio con altre etnie: Bijagós, Papeis, Manjacos, ecc..
Le case che si scorgono lungo la strada sono costruite in stili diversi: capanne grandi e rettangolari, con tre o quattro porte d´entrata; altre rotonde e minuscole collocate
in ordine sparso attorno ad una più grande, con il tetto molto spiovente, che assomiglia ad un rifugio di montagna.
Le maggiori etnie guineane sono cinque: i Balantas e i Fulas, con più di 100.000 unità ciascuno; i Manjacos, i Mandingas e i Papeis, che oscillano tra le 50.000 e le 1
00.000 unità. A questi poi si aggiungono etnie minori: i Felupes, i Bijagós, i Beafadas, i Nalus.
Nonostante la diversità di tradizioni, le varie etnie vivono e interagiscono in armonia, ma senza omologarsi culturalmente.
Una prova di questa unità nella diversità si
avverte quando la gente, per spiegare le caratteristiche dei vari gruppi, li associa ai diversi prodotti agricoli coltivati da ciascuno. I Manjacos coltivano fagioli;
i Bijagós e i Papeis producono arachidi e ricavano l´olio da palma; i Beafadas sono risicoltori e hanno molte piante di cajù; i Fulas allevano il bestiame; i Balantas
hanno come base alimentare la manioca, coltivano il riso per venderlo e allevano il bestiame da sacrificare durante le cerimonie funebri e commemorative.
La vita pacifica e l´armonia tra i vari gruppi vengono attribuite alla presa di coscienza dell´importanza
dell´unità nazionale
, coltivata nei lunghi anni della lotta
armata per l´indipendenza. Fu durante questo periodo che ciascun gruppo etnico ebbe modo di sentirsi parte della nuova nazione fondata su due principi: l´eguaglianza
dei diritti e la diversità culturale.
Altro tassello che permette la comunicazione e crea
l´unità è la lingua creola-guineana, considerata da tutte le etnie
la loro lingua madre.