I Bijagós sono abili intagliatori di legno.
Gli uomini posseggono un´attitudine innata per l´attività artistica,
che richiede una lunga e paziente formazione alla scuola di un maestro, che può essere il padre o un parente.
La scultura delle statuette sacre però è un´attività segreta, che solo pochi sono autorizzati a praticare.
Sono considerati oggetti sacri le statuette e le maschere rituali. Un oggetto sacro può essere scolpito solo su
commissione del capo-villaggio o da una persona autorizzata dalla comunità.
Le tecniche apprese e i rituali legati a questa attività devono essere eseguiti con fedeltà. L´artista deve purificarsi;
compiere riti in onore dello spirito di colui che gli ha ordinato di intagliare la statua e pregare l´”Ira”, lo spirito protettore,
affinché lo aiuti a rappresentarlo degnamente; infine l´artista invoca gli spiriti “minori”, per ottenere il permesso di tagliare
l´albero da scolpire.
Terminati i riti preliminari, l´artista, solo o con altri collaboratori, si avvia verso la foresta alla ricerca dell´albero da intagliare.
Resterà isolato fino ad opera compiuta. Gli strumenti di lavoro sono: il machete e l´accetta per sgrossare il tronco, uno scalpello e
un martello di legno per rifinirlo.
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il volantino con la descrizione dettagliata delle bellissime
statue dei Bijagòs mostrate
nell´immagine
sottostante
Lo scultore, quando si ritira per realizzare la sua opera, porta con sé alcuni oggetti sacri: statuette e campanelli; ha anche una bevanda
alcolica, a base di canna da zucchero, e il tabacco per le cerimonie che compie ogni tanto, per propiziarsi gli spiriti.
Le tecniche, nella preparazione delle statuette, variano da artista ad artista. C´è chi lavora da solo, scolpisce senza previo disegno e
inizia a modellare la statua partendo dalla parte superiore, cioè, intaglia per primo il cappello. C´è chi lavora in equipe con il figlio e,
prima di iniziare un lavoro, tratteggia sul legno le linee principali da dare alla sua statua, con un pezzo di carbone.
Al termine di ogni giornata gli artisti avvolgono l´opera in lavorazione nelle foglie di banano, per evitare screpolature e… per occultarla;
infatti nessuno, eccetto gli scultori, può vederla durante la lavorazione.
Le statue variano per la forma e per il materiale usato, perché ciascun spirito viene scolpito e rappresentato in maniera diversa e con un
egno differente. Per esempio, la statuetta dell´”Ira”, invocata nella malattia, l´Unikan Orebok,
viene rappresentato in piccole statuette di
un pezzo unico. Invece, l´effigie del grande “Ira”, l´Orebock Ocotò, protettore del villaggio e
venerato nei santuarietti pubblici o familiari,
è composta da varie parti, staccate una dall´altra, che poi, in seguito, verranno assemblate.
Ogni parte di questa statua deve provenire da
alberi tagliati in isole diverse.
Per la lavorazione dell´Orebok Ocotò ci vogliono più specialisti.
Prima di essere consegnata, la statua viene
dipinta, rivestita di un tessuto bianco, rosso e nero e fissata sul piedistallo sacro. Tutti gli artisti, come ricompensa per il lavoro eseguito,
ricevono denaro e beni in natura.
Tra gli allegati di questo articolo è possibile scaricare un volantino che illustra una dozzina di sculture in legno che gli Amici della Guinea Bissau
hanno chiesto di realizzare allo scultore locale Augusto Fernando Bandiera. Le sculture sono in legno di palissandro e rappresentano le figure
tipiche della società guineense.