Storia e Politica
La Guinea Bissau, ex colonia portoghese, condivide il nome “Guinea” con altri due Stati africani: la Guinea Conakry, ex colonia francese e la Guinea Equatoriale, ex colonia spagnola. Secondo gli storici, “Guinea” era il nome di un villaggio fondato verso il 1040, sulle rive dell´Alto-Niger. Questo villaggio, che divenne, grazie alla sua posizione geografica, punto strategico per i commercianti del Sudan e dell´Africa meridionale, diede il nome alla regione del Golfo dove si formarono i tre Paesi.
La Guinea Bissau fu pertanto la prima ad avere stabile occupazione coloniale. In un primo tempo il sovrano del Portogallo concesse il possesso del territorio a privati portoghesi; poi a compagnie commerciali portoghesi che a poco a poco, attraverso esplorazioni all´interno della regione, percorrendo le rive del Rio Grande, accrebbero il loro possesso, giungendo fino alle rive del Rio Cacheu a nord e del Rio Cassini a sud. Per molto tempo, la Guinea Bissau fu la tappa obbligata per coloro che navigavano sulle rotte che conducevano verso altri Paesi dell´Africa e verso l´America; era punto strategico per il mercato degli schiavi e luogo dove funzionari corrotti, rivoluzionari e criminali comuni scontavano la loro pena.
Più tardi, subentrato direttamente lo Stato portoghese, la Guinea Bissau venne a far parte amministrativamente delle isole del Capo Verde. Nel 1879 divenne colonia del Portogallo. Nel 1952 il territorio mutò il nome di colonia in quello di “provincia d´oltremare” e la Guinea Bissau fu rappresentata da un proprio deputato all´Assemblea nazionale di Lisbona. Nel 1956 un gruppo di intellettuali di Bissau, sotto la guida del leader carismatico Amilcar Cabral, poeta, scrittore e fondatore del PAIGC (Partito Africano per l´Indipendenza di Guinea e Capo Verde), diedero inizio a manifestazioni pacifiche per ottenere l´indipendenza dal Portogallo.
Nel 1959, il 3 agosto, durante uno sciopero di portuali, una cinquantina di africani vennero uccisi dalle truppe portoghesi. Il PAIGC entrò in clandestinità e svolse animazione politica fra il popolo guineano. Nel 1963 Amilcar Cabral diede inizio alla guerra di liberazione. Il 20 gennaio 1973 il fondatore del PAIGC venne ucciso a Conakry.
Nel giugno del 1998 la Guinea Bissau attirò l´attenzione internazionale per lo scoppio della guerra civile provocata dal Generale Absumane Manè, che si ribellò alla sua deposizione da capo delle Forze Armate. La violenta e sanguinosa guerra civile portò alla fine della dittatura di Vieira.
Nel febbraio del 1999 venne firmata una tregua e nel gennaio del 2000, dopo un anno di governo provvisorio, i cittadini furono chiamati alle urne per eleggere il nuovo governo. La vittoria andò al Partito per il Rinnovamento Sociale, guidato dal populista Kimba Yalà, Presidente della Repubblica della Guinea Bissau, Nel 2003 si è avuto un nuovo colpo di stato che ha portato ad una generale instabilità politica, fino al 2005, anno in cui si sono avute e ultime elezioni con le quali Vieira è tornato al potere. Malgrado una certa influenza delle forze armate durante le settimane precedenti il voto e alcuni “disordini” (fra cui l´attacco al palazzo presidenziale e a quello del Ministero dell´Interno ad opera di alcuni armati non identificati), gli osservatori europei hanno definito le ultime elezioni in Guinea-Bissau “calme e ben organizzate”.
Il primo aprile del 2010 il Primo Ministro Carlos Gomes Junior fu arrestato dai soldati e trasportato in un campo militare anche se poi fu portato a casa sua ma comunque tenuto sotto controllo dalle guardie. Zamora Induta, il capo di Stato Maggiore dell´Esercito, fu arrestato e portato in un campo militare. Bubo Na Tchuto, che si era precedentemente rifugiato presso le Nazioni Unite in previsione del colpo di stato, fu prelevato dalle forze militari delle quali divenne da quel momento il leader.
Mentre Gomes veniva arrestato dalle forze armate, centinaia di suoi sostenitori manifestavano contro le azioni dell´esercito prima dinanzi all´ufficio di Gomes e poi dinanzi a casa sua. In una conferenza stampa il Sottosegretario di Stato Maggiore dell´Esercito Antonio Ndjai avvertiva i manifestanti che Gomes sarebbe stato ucciso se non avessero smesso subito di protestare. Ndjai inoltre etichettò Gomes come un criminale che avrebbe dovuto essere processato.
Anche Na Tchuto nel frattempo aveva dimostrato piena contrarietà nei confronti dei manifestanti accusandoli di non avergli dato il minimo sostegno durante il suo rifugio presso le Nazioni Unite. Giustificava inoltre tali dichiarazioni col fatto che lui avesse lottato per ben 11 anni per l´indipendenza della Guinea Bissau mentre Gomes non aveva mai preso parte a tale lotta. Infine Na Tchuto concludeva minacciando di disperdere i manifestanti con l´intervento dell´esercito. In seguito i manifestanti interruppero la loro azione di protesta dando l´impressione di aver dato retta agli avvertimenti.
L´instabilità politica, il potere militare corrotto ed i cartelli della droga sudamericani in cerca di nuove rotte attraverso l´Oceano Atlantico hanno reso purtroppo la Guinea Bissau, allo stato attuale delle cose, uno dei più grossi poli nell´Africa occidentale per il traffico di cocaina destinata ai paesi europei.