Maggio 2018: il Viaggio di Don Franco in Guinea Bissau

Come definire l´esperienza fatta quest´anno a Bissau, in pieno mese di maggio? Forse così: dalla “baracca”, cadente e pericolante, al salone nuovissimo, con l´aggiunta di due aule al centro scolastico Sao Josè. Si è subito capito che il mio e quello di Carlo, che mi accompagnava, non è stato un viaggio turistico.

Avremmo quasi realizzato tutto il nostro progetto… se avessimo trovato pronte le attrezzature necessarie allo scopo! Mancavano: la saldatrice, il flessibile ed il generatore che ci fornisse corrente, quindi per i primi tre giorni non siamo riusciti a partire con i lavori come sperato. Ci siamo recati ugualmente sul posto e tanti bambini del Bairo si sono avvicinati a noi, curiosi. Avevano subito capito che ero lì per loro, ben fornito di palloncini, chupa chups e biro.

Nei giorni successivi, non ho fatto altro che regolarizzare i lavori con la collaborazione di un ingegnere e ricevere da lui i disegni bollati, acquistare una saldatrice e assistere all´impresa di pochi giovani forzuti e per nulla timorosi di pericoli, che in tre giorni hanno saldato alle colonnine del vecchio salone-baracca alcuni pali portanti le capriate, poi comporre con saldature le capriate e innalzato su ogni campata dei pali di ferro. Mentre si lavorava sodo io ero sempre avvicinato da bambini o bambine che con gli sguardi più teneri imploravano un palloncino e immancabilmente lo ottenevano.

Carlo ed io eravamo fermamente decisi ad iniziare la costruzione del nuovo salone e a portarlo a buon punto. Ogni giorno ci recavamo al centro Sao Josè. La scuola funzionava regolarmente e potevamo assistere al momento di intervallo a metà delle ore del mattino e a quello a metà delle ore del pomeriggio. Era suggestivo il momento dell´alzabandiera alle 8 del mattino, con il canto dell´inno nazionale della Guinea Bissau e il momento dell´ammaina bandiera alle 18.

Noi ed i collaboratori dovevamo saldare 9 campate di ferro pesantissime, a loro volta tenute stabili da parecchie longarine, anch´esse saldate alle campate. Ne finimmo 7. Lasciammo da fare le ultime due campate. Iniziammo anche a fissare le lamiere di copertura per qualche decina di metri quadrati.

A fine giugno il salone sarà terminato e le due aule andranno ad accrescere di numero quelle già esistenti.

Per quanto riguarda l´altro progetto che stiamo seguendo, ovvero la casa di accoglienza di Cuntum, abbiamo organizzato il lavoro per i prossimi mesi, anche perché nei giorni della nostra partenza stava per arrivare il direttore responsabile dell´opera di Cuntum. Dopo un incontro programmatico con Padre Ciro, che è il Giuseppino responsabile per la struttura, è stato spianato tutto il terreno attorno alla casa, e sono iniziati i lavori di piastrellatura dei locali interni, avviando poi tutte le pratiche per regolarizzare la casa e per farla collegare alla luce e all´acqua. Avrà ancora molto da fare, spendendo anche il necessario per far costruire una cucina e una lavanderia fuori dall´edificio e provvedendo l´attrezzatura di cucina, la biancheria, le sedie, i letti, i materassi, gli armadietti e tutto ciò che è necessario per l´avvio di una convivenza di giovani ed educatori.

A giugno inizia la stagione delle piogge e finisce la scuola. Ad agosto nei vari centri si svolge il periodo dei vari Jumbaidim: settimane di giochi, canti, danze, lavoretti, con i ragazzi divisi in gruppi e indossanti magliette inviate dall´Italia.

I bambini, i giovani e le famiglie di Bissau mi hanno ringraziato e mi hanno chiesto di portare i loro saluti ed i loro sorrisi fino a voi in Italia!

Pubblico con piacere per voi alcune delle foto che ho fatto in questi giorni al centro Sao Josè:

Un caro saluto a voi da Don Franco