Da Don Mariolino
A tutti gli amici della Guinea Bissau,
un saluto cordiale, colorato e al ritmo dei tamburi!
Insomma un saluto “africano”!
Da 5 mesi mi sono trasferito stabilmente in Africa, dove coordino le missioni dei Giuseppini del Murialdo in alcuni stati della regione sub-sahariana, fra i quali naturalmente la Guinea Bissau. Inutile che vi descriva tanti aspetti della situazione di questa area del mondo, la più povera del pianeta, dal momento che so che voi la conoscete già abbastanza, ne parlate spesso, fate molto per aiutarla e soprattutto le volete bene. Più che altro vi aggiorno su qualche aspetto della situazione e su qualche progetto che stiamo seguendo in particolare.
Nel mese di gennaio c´è stato un gran fermento nelle nostre missioni di Guinea: anzitutto perché abbiamo preparato e vissuto
una grande festa: l´ordinazione sacerdotale di un Giuseppino
africano, che è stata un evento memorabile, con una partecipazione enorme (soprattutto di ragazzi e giovani) con preghiere, canti, musica, danze e pranzo! Anche questi sono segni di speranza e di fiducia per il futuro di questa terra e di questa gioventù.
Inoltre c´è stata la presenza di alcuni volontari italiani (provenienti dalle zone di Bergamo e di Torino) che hanno lavorato sodo per la realizzazione di alcuni progetti. Sono stati felici ed entusiasti di stare con noi e con gli amici africani per alcune settimane, sia quelli che venivano per la prima volta, sia quelli che ritornavano. Che ci volete fare?
Non è difficile ammalarsi di mal d´Africa, perché l´accoglienza africana è veramente impareggiabile: ti sembra di essere a casa e di conoscere tutti anche se sei appena arrivato! C´è un sacco di gente che impara subito il tuo nome, che ti saluta per strada, che agita la mano e ti sorride ogni volta che ti vede, e ti chiede immancabilmente “Come stai?” o ti dice “Bem-vindo”.
Per loro è normale chiamarti “amigo”, darti la mano in continuazione e appoggiare l´altra sul cuore! Onorarli di una visita nella loro casa è uno dei regali più grandi che puoi fare loro. Sono anche queste le cose che ti restano dentro e ti lasciano una gran voglia di tornare se sei lontano da loro. Io stesso, che nelle nostre varie sedi africane ho solo presenze sporadiche e non conosco bene tutti, sono sempre stato accolto con simpatia e cordialità da tutti, anche
perché l´africano ha una grande considerazione e rispetto per
l´autorità. Poi con alcuni nasce naturalmente una maggiore confidenza e amicizia,
come dappertutto;
e con quelli allora ci si abbraccia con un´intensità particolare!
I volontari si sono concentrati all´inizio sulla posa degli impianti fotovoltaici ed eolici, che alimentano soprattutto le pompe di due pozzi profondi, che hanno abbondanza di acqua buonissima e fresca. Quando, dopo tutte le installazioni sui tetti (pannelli, staffe, cavi, ecc…), realizzate a tempo di record,
si è vista sgorgare l´acqua… be´ è stata proprio una festa per tutti: volontari, missionari, bambini e curiosi!
Naturalmente occorrerà sempre stare attenti alla manutenzione, con la pulizia dalla polvere, e poi sperare nel sole e nel vento, che comunque qui non dovrebbero mancare.
Come sapete, si sta anche realizzando un salone polivalente, che potrà accogliere una grande quantità di persone (soprattutto bambini, ragazzi e giovani) per tantissime attività: gruppi, celebrazioni, feste, estate ragazzi, spettacoli, … sarà una struttura preziosa sia durante la stagione delle piogge per ripararsi dagli scrosci torrenziali improvvisi, sia durante la stagione secca per ripararsi dal torrido sole africano. La costruzione è ormai giunta a metà e si sta predisponendo la posa delle capriate e del tetto:
anche in questo i volontari hanno dato una mano consistente.
Questo salone sarà una benedizione per quella parrocchia e quel quartiere,
che è un vero formicaio. Non sappiamo esattamente quanti siano gli abitanti,
perché censirli è difficilissimo; conosciamo però esattamente il numero dei bambini,
dei ragazzi, dei giovani e degli adulti iscritti a vari gruppi (soprattutto di catechesi,
di canto, di
gioco…): sapete quanti sono? 4608 (quattromilaseicento-otto)!!!
E non faccio altri commenti perché il numero si commenta da sé!
Anche in un quartiere succursale, che si chiama “São Josè – Alto Bandim” si è realizzata una costruzione provvisoria: una grande tettoia con pali di legno locale, il sibis, e fogli di lamiera. Ha fatto tutto la gente del posto, dandosi da fare con entusiasmo. In attesa che venga completata una chiesa vera e propria in muratura (che per ora ha solo la parte grezza) si è fatta questa struttura, dove comunque ci sta moltissima gente, senza caldo perché è all´aria aperta, e dove si possono fare anche altre attività: riunioni, doposcuola, feste, ecc.
Ho fatto visita per alcuni giorni anche alle missioni di Bula, dove funziona il nostro centro professionale per giovani agricoltori, falegnami e meccanici e la nostra parrocchia di S. Antonio, anche questa piena di bambini e giovani.
Ho incontrato Suor Ada e le sue consorelle, ho tenuto in braccio qualche gemellino, una volta addirittura tre insieme e il più piccolo pesava solo 1 Kg. Di fronte alla loro casa e alla loro scuola elementare, le Suore, aiutate da alcuni volontari, stanno realizzando un nuovo ospedale per accogliere bambini neonati (soprattutto orfani e gemelli) e per visitare gli ammalati della zona. Si intravedono già i due studi medici, le 5 stanze con una 15ina di posti letto, i servizi, il deposito dei farmaci, la cucina, la sala da
pranzo e qualche altra stanza per medici e/o infermieri volontari. Il tetto è ormai concluso e si procede con le rifiniture (intonaco e impianti), sperando di finire il tutto prima che inizi la stagione delle piogge a maggio.
Qualcuno qualche giorno fa mi chiedeva che impressione mi ha fatto arrivare ancora una volta in Africa e quali sono gli obiettivi del nostro essere qui. Io ho risposto che sono davvero molto contento di essere tra questa gente e che l´impressione è quella di molti altri missionari o volontari, che sono stati qui: un continente bello, affascinante, che ti conquista per i suoi colori, la sua natura, per i volti della gente, e forse anche per le mille domande che suscita
in te, quando vedi certi contrasti, quando non sai bene se e quando raggiungerai certi obiettivi. Un continente ricco di risorse, dove intravedi anche tante potenzialità, ma che si scontra con alcuni problemi, per i quali non è facile diagnosticare le cause e di conseguenza individuare le terapie. Eppure, come si vede in molti missionari e operatori, l´Africa continua a farsi voler bene, a spingerti a starle vicina, anzitutto con una compagnia umana e poi con vari aiuti materiali, ma sempre con la voglia di trasmettere soprattutto la speranza, che per noi nasce dal Vangelo e dal carisma del Murialdo. Certo, non possiamo rispondere a tutti i bisogni e a tutte le emergenze dell´Africa: anzitutto perché sarebbe
impossibile, sarebbe un pozzo senza fondo e una mèta irraggiungibile; in secondo luogo, perché le nostre risorse economiche e di persone non sono illimitate; terzo: perché il nostro compito carismatico è soprattutto quello di educare evangelizzando, o di evangelizzare educando. Una marea di bambini, di ragazzi e di giovani africani vogliono “giocare, imparare e pregare” e, guarda caso, questo è anche un po´ il nostro motto educativo.
Eccoci allora presenti con le nostre attività: le scuole, i centri di
formazione professionale, i centri giovanili, le case famiglia…
Credo che la priorità sia proprio questa: far giocare i ragazzi, farli imparare e farli
camminare nella fede. E sono proprio i giovani africani a chiedercelo: non possiamo deluderli.
Sono convinto che con l´aiuto di Dio, stringendo la mano del Murialdo nella nostra
e anche grazie al sostegno di tutti voi,
non li deluderemo!
Don Mariolino